Vita di Ludwig van Beethoven

1783



Il nuovo incarico di vice-organista fece sì che il ragazzo si trovò ben presto con la giornata completamente piena di impegni anche perché, dal 2 marzo 1783, Beethoven entrò nell'orchestra della sua città come clavicembalista e, anche in questo evento, sembra che Christian Gottlob Neefe giocò un ruolo veramente strategico. Inoltre ebbe il compito di accompagnare le prove dei cantanti e di continuista nelle opere in programma e nei concerti. Lo stesso Neefe fu probabilmente l’ispiratore dell’articolo che, proprio nello stesso giorno Beethoven entrò nell’orchestra, apparse sul “Magazin der Musik” di Carl Friedrich Kramer: «Luis van Beethoven, (…) un ragazzo di circa 11 anni e dal talento promettente. Suona il pianoforte in modo molto spedito e con forza, legge molto bene a prima vista e per riassumere tutto in una parola: suona principalmente il Clavicembalo ben temperato di Sebastian Bach che gli è stato dato dal signor Neefe che gli ha anche impartito qualche lezione di basso continuo. Adesso lo fa esercitare nella composizione, per incoraggiarlo, ha fatto pubblicare a Mannheim 9 variazioni composte da Beethoven per pianoforte. Questo giovane genio merita un sussidio perché possa viaggiare. Diventerebbe senz'altro un secondo Wolfgang Amadeus Mozart».(1) 

Tutta questa attività fu probabilmente più maestra per lui che quello che apprese dal maestro stesso, sempre su consiglio del quale, Beethoven prima del 14 ottobre, scrisse quella che fu la prima lettera a noi pervenuta del suo epistolario. Il destinatario fu il principe elettore Maximilian Friedrich il fine fu quello di cercare la sua benevolenza e quei denari che gli sarebbero serviti per poter viaggiare e per poter crescere musicalmente. A tal scopo annunciò al principe la dedica delle tre Kurfürstensonaten.

Eccone un piccolo estratto molto significativo che dimostra, come fin dalla più tenera età, fosse già ben radicato nel pensiero di Beethoven il suo rapporto con la sua arte: «(...) nelle ore di ispirazione sento la musa sussurrarmi: «Perché non provi a scrivere le armonie della tua anima?» (...) E che cosa ne direbbero gli artisti maturi? La cosa m'intimidiva molto, ma non seppi disobbedire alla volontà della musa e mi misi a scrivere. (...)».(2) 

Il 16 agosto la famiglia Beethoven fu colpita da un nuovo lutto per la morte dell’ultimo figlio Franz Georg, nato circa il 17 gennaio 1781. 

Verso ottobre/novembre, secondo quanto riportato dal “Memoriale dei Fischer”,(3) il giovane Ludwig accompagnato dalla madre, intraprese un viaggio per Rotterdam. L'invito a recarsi in quella città per esibirsi al pianoforte gli venne fatto da Anna Maria Rovantini, nipote di Maria Magdalena e sorella del violinista Franz Georg. I ricordi più accesi di questo «viaggio inutile», come Beethoven lo giudicò, furono legati al grande freddo che patì sul barcone e alla spilorceria molto accentuata degli olandesi.

Probabilmente a Rotterdam si incontrò con Carl Stamitz, violinista e compositore boemo che, proprio in quegli anni, girò in lungo e in largo l'Europa. Questi fu un rappresentante fra i più quotati della cosiddetta “Scuola di Mannheim”, scuola che sviluppò un nuovo stile orchestrale che si discostò da quello Galante, dominante in quegli anni. Di ritorno da Rotterdam, il giovane Beethoven partì poi per L'Aja dove, il 23 novembre, suonò con l'orchestra del principe Guglielmo V di Orianen-Nassau e Carl Stamitz, nello Stadhouderlijk della città, ricevendone come compenso 63 fiorini.

H. C. Robbins Landon: Beethoven. La sua vita e il mondo in documenti e immagini d'epoca. Rusconi editore

Ludwig van Beethoven. Epistolario volume I 1783-1807. A cura di Sieghard Brandenburg. Skira editore

La famiglia Fischer fu vicina di casa dei Beethoven durante l’infanzia di Ludwig ed è a loro che dobbiamo le prime testimonianze biografiche sul futuro compositore.